Tesi di Laurea
La fotogrammetria digitale multi-temporale d'archivio per l'analisi delle variazioni planimetriche costiere

LE PRIME DEFINIZIONI.



Un Sistema Informativo Territoriale o SIT è il complesso di uomini, strumenti e procedure (spesso informali) che permettono l’acquisizione e la distribuzione dei dati nell’ambito dell’organizzazione e che li rendono disponibili, validandoli, nel momento in cui sono richiesti a chi ne ha la necessità per svolgere una qualsivoglia attività. Spesso il SIT viene erroneamente confuso con il GIS (Geographic Information System), ed i due vengono usati come sinonimi, il GIS è invece un sistema informativo computerizzato che permette l’acquisizione, la registrazione, l’analisi, la visualizzazione e la restituzione di informazioni derivanti da dati geografici (georiferiti). Secondo la definizione di Burrough (1986) “il GIS è composto da una serie di strumenti software per acquisire, memorizzare, estrarre, trasformare e visualizzare dati spaziali dal mondo reale”. Trattasi quindi di un sistema informatico in grado di produrre, gestire e analizzare dati spaziali associando a ciascun elemento geografico una o più descrizioni alfanumeriche. Un Sistema Informativo Geografico (GIS) è l’ambiente software che permette l’elaborazione e manipolazione dei dati geometrici georeferenziati, che sono memorizzati in strutture dati del tipo DBMS (Database management system), e tale sistema viene usato per rendere disponibile l’informazione geografica in modo dinamico, con una flessibilità interpretativa non consentita agli altri sistemi convenzionali. Quindi il SIT rappresenta il modo operativo, il GIS ne è il mezzo, attraverso il quale il “modo” si realizza.

Tipicamente le realizzazioni contenutistiche che concorrono alla formazione dei SIT sono costituite dalle varie cartografie tecniche, spesso recuperate digitalmente, dalla cartografia tematica, la fotointerpretazione ed il telerilevamento (DEM, DTM, DSM). La loro organizzazione all’interno di un nuovo sistema logico, fornisce al tecnico e allo studioso una possibilità di scelta in più, per allargare i loro orizzonti conoscitivi nell’ottica di un nuovo approccio metodologico. Nel presente studio si porrà l’attenzione all’aspetto più prettamente tecnico, riguardante la creazione dei database cartografici, organizzando dati già esistenti, quindi rappresentando l’informazione geografica in diverso modo. Gli strumenti utilizzati, consentono inoltre di estrarre nuovi contenuti, non solo organizzare quelli esistenti. Le potenzialità dei GIS, sempre più user friendly consentono di introdurre l’analisi spaziale, un diverso approccio statistico, anche in nuovi ambiti di studio, come le scienze sociali ed economiche.  


Cenni storiografici.



Anche se i SIT, i Sistemi d’Informazione Territoriali, hanno certamente conosciuto il loro sviluppo in epoca moderna, epoca che coincide con lo sviluppo dell’informatica. A dire il vero, se ne consideriamo il significato esteso, si potrebbe affermare che la semplice integrazione di informazioni estranee alla stretta rappresentazione cartografica, costituirebbe un SIT. Appare interessante lo studio condotto da Charles Booth nel 1892, Labour and Life of the People, una ricerca che si poneva l’obiettivo di analizzare empiricamente l’incidenza della povertà a Londra, ed i fattori che concorrevano ad alimentarla. Lo studio confutò la “lettura morale della miseria”, consueta all’epoca, per cui i poveri erano il segno del disprezzo divino. Al contrario i risultati dimostrarono come le cause della povertà erano da ricondursi a fattori esogeni (disoccupazione, bassi salari, malattie e numerosità del nucleo famigliare). A supporto di questa ricerca, durata sei anni, furono molto importanti le carte realizzate da Booth, il primo esempio di cartografia tematica, che mostravano la complessa geografia della povertà nella città di Londra. Sebbene questa costituisse uno dei primi esempi di cartografia tematica, si dovrà attendere lo sviluppo dell’informatica per vedere la comparsa dei primi GIS (qui usato con il suo significato), che consentirà di superare le limitazioni proprie del supporto cartaceo.

Le prime sperimentazioni risalgono a metà degli anni Sessanta del secolo scorso quando in Canada venne realizzato un prototipo di GIS denominato Canada Geographie Information System (1966). In quel periodo il governo canadese aveva avviato un programma di pianificazione regionale delle attività forestali ed agricole che consisteva nella classificazione del suolo in base alla sua capacità d’uso (coltivazioni agrarie, pascolo, foreste, aree ricreative, parchi naturali). Furono raccolte molte informazioni per la produzione di statistiche utili alla gestione del territorio e alla sua rappre¬sentazione cartografica. C’era dunque la necessità di sviluppare un sistema capace di archiviare e analizzare un enorme quantitativo di dati e al tempo stesso in grado di produrre mappe tematiche. Prima di allora non esisteva un sistema in grado di gestire simulatamente informazioni geografiche e statistiche in modo dinamico. Il Canada Geographic Information System fu il primo software ad integrare, all’interno di un unico ambiente d’analisi, informazioni geografiche con dati di altra natura.

A capo del progetto Canada GIS c’era Roger Tomlinson, un geo¬grafo inglese considerato, insieme ad Howard Taylor Fisher, un pioniere della cartografia digitalizzata. Nei primi anni sessanta Tomlinson lavorava per una società che eseguiva voli aerofotogrammetrici per lo sviluppo di cartografia. Nell’era della nascente restituzione analitica, la costruzione delle carte era ancora un processo molto laborioso, con disegni realizzati a mano o con l’uso di pantografi collegati alle macchine di restituzione. Per ovviare a questi inconvenienti Tomlinson ideò un sistema di cartografia digitale, che però non ebbe attuazione per l'assenza, in quel periodo, di computer in grado di elaborare banche dati molto rilevanti.

La soluzione a questo problema arrivò nel 1964 quando l’IBM mise in commercio il computer System 360/65 che aveva un processore quattrocento volte più veloce e una memoria molto più estesa rispetto alla versione precedente. Queste caratteristiche tecniche consentirono a Tomlinson di realizzare un primo progetto di automazione carto¬grafica e successivamente il primo prototipo di GIS. Negli anni in cui Tomlinson coordinava il progetto del Canada GIS, all’università di Harward, il direttore del laboratorio di computer grafica Howard Taylor Fisher realizzava il SYMAP, un software di cartografia com¬puterizzata che consentiva di realizzare una serie di statistiche spaziali. Per tutti gli anni settanta, nei diversi centri universitari di informatica e carto¬grafia numerica, continuò lo sviluppo dei GIS, soprattutto nella parte grafica e statistica. Le agenzie governative iniziarono ad usare i GIS per la realizzazione di importanti programmi di ricerca in vari campi di studio (urbanistica, geologia, agronomia, geografia, etc.). Le innovazioni nel campo della cartografia digitale consentirono, all’Ufficio di statistica nazionale degli Stati Uniti, di realizzare in occasione del censimento del 1970, un atlante delle principali metropoli corredato da statistiche demografiche e sociali. Parallelamente alla collaborazione tra enti pubblici, e centri di ricerca universitari, i GIS stavano acquisendo un peso commerciale assai rilevante, anche in virtù della diffusione di computer con processori sempre più veloci e con maggiori capacità di memoria.

Data la loro natura polifunzionale, in letteratura, non esiste una definizione univoca dei GIS, in quanto in questi sistemi convivono una serie di funzioni caratteristiche di altri software. Nei GIS, infatti, sono presenti applicazioni di computer grafica mutuate dai programmi CAD (Computer Aided Design); funzioni di analisi dei dati presenti in molti software statistici, e sistemi relazionali per la gestione di basi dati. Va peraltro in questa direzione la definizione fornita da Burrough (1986): “il GIS è composto da una serie di strumenti software per acquisire, memorizzare, estrarre, trasformare e visualizzare dati spaziali dal mondo reale”.

system 360/65.

Con questo sistema furono poste alcune basi dell’informatica moderna: il byte, composto da 8 bit. Il System/360 poteva indirizzare un'enorme quantità di memoria, ben 16 MB, che a quei tempi non era ancora nemmeno disponibile. Il processore di fascia alta funzionava alla rispettabile velocità di 5 MHz (la stessa frequenza dell'8086, primo processore Intel, introdotto 14 anni dopo). Il System/360 è famoso anche per essere stato usato nel programma spaziale Apollo.